• Cinque tappe di Selvaggio Blu

    Passi dei mesi a pianificare tutto nei minimi dettagli ma poi si sa, all’ultimo è sempre e solo il meteo a decidere. Non possiamo dire di essere in montagna, ma il Selvaggio Blu ha la capacità di farti sentire piacevolmente isolato, a momenti pure un po’ disperso, accompagnato solo dal rumore dei tuoi passi su questi “sentieri” di calcare tagliente.

    L’anno scorso a ottobre e quest’anno a maggio siamo venuti a vederci le tappe di questo affascinante trekking, consapevoli del fatto che senza tracce gpx, nonostante un buon orientamento, sia difficile trovare la retta via. Bolli di vernice blu sbiadita, qualche raro segnale nell’incavo dei rami tutto da interpretare e qualche ometto sparso qua e la sono le uniche tracce che ti fanno capire di essere (in teoria) nella direzione giusta.



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  • Cassin al Piz Badile

    L’avventura più lunga ed intensa fatta insieme.

    La Cassin al Piz Badile si presenta come un vione di una ventina di tiri per circa 800 metri, sulla sua facciata Nord-Est. Si trova al confine tra Italia e Svizzera. Una delle sei famose North Faces delle Alpi, la penultima ad essere stata scalata da Cassin e soci, nel luglio del 1937.

    Nonostante la facciata nord e la forma imponente ed apparentemente liscia i gradi sembrano, almeno sulla carta, abbordabili, ed ecco che nello stesso instante in cui Marco mi parla del Piz Badile, nasce dentro di me la voglia e la curiosità di salirci.



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  • Fessura Buhl – Val Pradidali

    Era da più di un mese che non facevamo un’avventura insieme, e che io non toccavo roccia. Entrambi nell’ultimo periodo (per fortuna) abbiamo lavorato a bomba, e, nei momenti in cui ci siamo trovati liberi da impegni, il meteo non ci ha mai graziati.

    Morale io fremevo per vivere un’altra avventura insieme, per finire le giornate con le gambe fuse, per quella sensazione di stanchezza sana, nascosta solo da un grande sorriso di soddisfazione.



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  • La nostra prima via in ambiente in alternato – Le Bal des Boucas

    Quando si dice che ogni tanto il piano B sia migliore del piano A. Questa volta in realtà siamo finiti a scegliere il piano D, e che si è rivelato una vera bomba!

    Piano A miseramente fallito in quanto il rifugio doveva ancora aprire, piano B praticamente pronti a partire e notiamo un cambiamento nel meteo che ci lascia poca speranza, piano C, nessuna speranza.

    Ed ecco che controllando nella valle di Monetier Les Bains il sole sembra splendere e la percentuale di possibilità di precipitazioni è finalmente zero.

    Marco ha già in mente che via andare a fare, conosce bene la zona perché dista qualche decina di KM in linea d’aria da casa sua a Oulx. In realtà queste sono proprio le montagne che lui chiama “casa”.



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  • Nautilus, una via di granito in Valle dell’Orco

    Prima via dell’anno insieme.

    Vogliamo mica iniziare facili facili su calcare, vicini a casa, dove siamo anche solo visivamente nella nostra comfort zone?! Eh no.

    La verità è che ora più che mai l’idea di andare finalmente un po’ in giro mi intriga tantissimo quindi alla proposta di Marco di andare a fare Nautilus, una grande classica su gradi abbordabili in valle dell’Orco, non posso che esserne entusiasta.



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  • Monte Rosa con gli sci

    È da circa un mese e mezzo che mi ripeto che questa sarebbe stata l’ultima uscita con gli sci, ma per un motivo o per l’altro non ho ancora rispettato questa promessa. Forse la motivazione principale è che sciare è una mia grande passione, e che le condizioni straordinarie di quest’anno vadano sfruttate fino alla fine. 



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  • Impara a muoverti su una via lunga

    Gli sci stanno lentamente lasciando lo spazio alle scarpette d’arrampicata, e queste giornate di fine maggio ci hanno permesso di iniziare uno dei primi corsi di vie lunghe qui ad Arco, vicino alla mia residenza estiva.

    Con Filippo abbiamo iniziato un percorso con l’obbiettivo finale, a fine estate, di essere autonomo su una via a più tiri.



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  • Selvaggio Blu

    Ormai organizzarsi all’ultimo momento direi che è diventata parte integrante dell’inizio delle nostre avventure. Dunque ci risiamo. Brutto tempo e temperature assolutamente non primaverili sparse per quasi tutto il nord Italia. C’è ancora voglia di sciare, ma il richiamo della roccia inizia a fare capolino dall’uscio della porta di quest’inverno, rimasto (e tutt’ora ancora) aperto, per molti mesi.

    Abbiamo qualche giorno libero causa lavori rimandati per il mal tempo. Perché non andare in Sardegna? L’anno scorso avevamo fatto le prime tre tappe del Selvaggio Blu (in una tirata unica in giornata) e abbiamo lasciato i conti aperti con le ultime tre, che oltre ad incuriosirci, saranno anche meta lavorativa di Marco per fine ottobre. Alziamo il telefono e lanciamo questa proposta un po’ indecente, come tempistiche si intende ;), a Marta e Diuz. “Noi andiamo in Sardegna, partiamo domani! Venite?!” 



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  • Abbiamo sciato il Neri

    Siamo a maggio e probabilmente tanti stanno già pensando ad arrampicare, a sentire un po’ di caldo sul corpo e a mettere un po’ di colore sulla pelle bianca, dopo essere stata al coperto per mesi sotto i vestiti invernali e la tuta da sci. 

    Ma aprile e maggio sono anche i mesi delle grandi scialpinistiche, del firn e delle traversate sci ai piedi. Delle partenze in notturna e dei rientri in tempo per il pranzo. Sono i mesi in cui parti con gli sci sullo zaino e in scarpe da ginnastica, con tanta voglia di sciare e anche tanto cuore per le svariate ore di portage.



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  • Concateniamoci tutti

    Poco tempo fa Furli, un compagno del corso guide di Marco, mi scrive, chiedendo se fossi libera per i giorni successivi, poiché lui e Gio, altro socio di Marco, hanno un progettino in mente. In caso fossi interessata, e disponibile, mi avrebbero spiegato. La curiosità è donna, oltre che parte essenziale del mio carattere. Quindi, libera e curiosa, ho chiesto di poter sapere cosa avessero in mente. Un concatenamento.



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