• scialpinismo in Turchia

    “Ci torneresti in Turchia?”

    “Assolutamente si”.

    Finisce così la nostra ultima giornata di sci in terra turca, sul monte Erciyes, 3916m, la montagna più alta dell’Anatolia centrale.

    La Turchia non era programmata a dire la verità, e fino a due settimane prima della partenza non era neanche in previsione. Marco aveva sentito Recep (si legge rejep), il proprietario e gestore dell’Aladaglar Camping Bungalow e a metà marzo non sembrava esserci molta neve, cosa che avrebbe reso difficile sciare in aprile. Se non che, una bella perturbazione ha nuovamente innevato le montagne del parco naturale del Aladaglar ed ecco che ci troviamo a prenotare i biglietti.



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  • Patrouille des Glaciers

    Ormai risale a più di un anno fa da quando Marco è stato contattato da Gary.

    Gary è un signore inglese che durante i mesi invernali scia spesso con Will, un maestro anche lui di madrelingua inglese che vive a Verbier. Will ha ospitato Marco l’anno scorso, quando stava lavorando in Svizzera per la formazione dei futuri maestri di sci per il modulo di freeride e freestyle. Gary ha una figlia laureata in medicina che lavora nei reparti di terapia intensiva. Penso sia del tutto superfluo sottolineare come questi ultimi due anni di Covid siano stati particolarmente duri per chi lavori negli ospedali.

    E da qui l’idea di creare una raccolta fondi, per pagare del sostegno psicologico, per tutto il personale che operi nell’ambiente ospedaliero, e che ne abbia bisogno.



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  • Les 3 Cols

    Ed ecco che con grande piacere, e forse oserei dire anche un po’ di sana emozione, torniamo a scrivere sulle pagine di questo blog.

    Qualche mese di silenzio, ma anche di attesa e pianificazione! Abbiamo atteso la neve, abbiamo lavorato e pensato ai progetti futuri, fino a che il futuro non è diventato presente. 

    Ci ritroviamo a caricare la macchina, con corde, caschetto e imbrago ma questa volta anche con gli sci. Andiamo in Francia, a Chamonix. Marco ha adocchiato un bel giro, una grande classica ma piuttosto lunga, e per questo un po’ meno frequentata. Il percorso si chiama “Les 3 cols”, e ripercorre l’inizio della Haute Route Chamonix-Zermatt.



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  • Selvaggio Blu Second round

    Ed eccoci alla partenza del secondo Selvaggio Blu. Sono passati meno di dieci giorni da quando siamo rientrati e ci troviamo nuovamente a rifare le casse ed a spuntare tutta una lunga lista di preparativi e materiale.

    Questa volta le persone che Marco accompagnerà sono sei. Nonostante sia la terza volta su questo magnifico trekking sperduto nel Supramonte io sono felicissima di ripercorrerlo e di scattare qualche foto in uno scorcio diverso, o semplicemente a volti con emozioni nuove.



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  • Cinque tappe di Selvaggio Blu

    Passi dei mesi a pianificare tutto nei minimi dettagli ma poi si sa, all’ultimo è sempre e solo il meteo a decidere. Non possiamo dire di essere in montagna, ma il Selvaggio Blu ha la capacità di farti sentire piacevolmente isolato, a momenti pure un po’ disperso, accompagnato solo dal rumore dei tuoi passi su questi “sentieri” di calcare tagliente.

    L’anno scorso a ottobre e quest’anno a maggio siamo venuti a vederci le tappe di questo affascinante trekking, consapevoli del fatto che senza tracce gpx, nonostante un buon orientamento, sia difficile trovare la retta via. Bolli di vernice blu sbiadita, qualche raro segnale nell’incavo dei rami tutto da interpretare e qualche ometto sparso qua e la sono le uniche tracce che ti fanno capire di essere (in teoria) nella direzione giusta.



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  • Cassin al Piz Badile

    L’avventura più lunga ed intensa fatta insieme.

    La Cassin al Piz Badile si presenta come un vione di una ventina di tiri per circa 800 metri, sulla sua facciata Nord-Est. Si trova al confine tra Italia e Svizzera. Una delle sei famose North Faces delle Alpi, la penultima ad essere stata scalata da Cassin e soci, nel luglio del 1937.

    Nonostante la facciata nord e la forma imponente ed apparentemente liscia i gradi sembrano, almeno sulla carta, abbordabili, ed ecco che nello stesso instante in cui Marco mi parla del Piz Badile, nasce dentro di me la voglia e la curiosità di salirci.



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  • Fessura Buhl – Val Pradidali

    Era da più di un mese che non facevamo un’avventura insieme, e che io non toccavo roccia. Entrambi nell’ultimo periodo (per fortuna) abbiamo lavorato a bomba, e, nei momenti in cui ci siamo trovati liberi da impegni, il meteo non ci ha mai graziati.

    Morale io fremevo per vivere un’altra avventura insieme, per finire le giornate con le gambe fuse, per quella sensazione di stanchezza sana, nascosta solo da un grande sorriso di soddisfazione.



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  • La nostra prima via in ambiente in alternato – Le Bal des Boucas

    Quando si dice che ogni tanto il piano B sia migliore del piano A. Questa volta in realtà siamo finiti a scegliere il piano D, e che si è rivelato una vera bomba!

    Piano A miseramente fallito in quanto il rifugio doveva ancora aprire, piano B praticamente pronti a partire e notiamo un cambiamento nel meteo che ci lascia poca speranza, piano C, nessuna speranza.

    Ed ecco che controllando nella valle di Monetier Les Bains il sole sembra splendere e la percentuale di possibilità di precipitazioni è finalmente zero.

    Marco ha già in mente che via andare a fare, conosce bene la zona perché dista qualche decina di KM in linea d’aria da casa sua a Oulx. In realtà queste sono proprio le montagne che lui chiama “casa”.



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  • Nautilus, una via di granito in Valle dell’Orco

    Prima via dell’anno insieme.

    Vogliamo mica iniziare facili facili su calcare, vicini a casa, dove siamo anche solo visivamente nella nostra comfort zone?! Eh no.

    La verità è che ora più che mai l’idea di andare finalmente un po’ in giro mi intriga tantissimo quindi alla proposta di Marco di andare a fare Nautilus, una grande classica su gradi abbordabili in valle dell’Orco, non posso che esserne entusiasta.



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  • Monte Rosa con gli sci

    È da circa un mese e mezzo che mi ripeto che questa sarebbe stata l’ultima uscita con gli sci, ma per un motivo o per l’altro non ho ancora rispettato questa promessa. Forse la motivazione principale è che sciare è una mia grande passione, e che le condizioni straordinarie di quest’anno vadano sfruttate fino alla fine. 



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