Author Avventuriamocitutti

  • Grand Capucin | Via degli Svizzeri e O Sole Mio

    È agosto, abbiamo passato entrambi delle ultime settimane piuttosto intense e soddisfacenti lavorativamente parlando, ed ora il desiderio è di andare a fare qualche bel giro insieme, e di mettere le mani sulla roccia. 

    Abbiamo diversi obbiettivi sulla “wish list” ma non tutti fattibili a causa delle previsioni meteo, che si rivelano piuttosto instabili. La prima destinazione che avevamo in mente era la Svizzera. La verità è che è da agosto dell’anno scorso che la puntiamo. Ma l’anno scorso un po’ sempre per il meteo, un po’ perché già appagati dalle vie fatte in val Masino, in Svizzera non ci siamo mai arrivati. E quest’anno finirà uguale, con un cambio direzione verso la Val d’Aosta. 

    Inutile dire che le possibilità in Val d’Aosta siano pressoché infinite, spaziando dall’alta montagna alle vie di roccia, ma Marco ha solo un obelisco in mente, il Grand Capucin. 



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  • Gran Sasso – Meridionalizziamoci

    Finalmente ce l’abbiamo fatta. Siamo andati sul Gran Sasso.

    Era rimasto un sogno nel cassetto, un progetto scritto su un foglio e mai spuntato, ormai dall’autunno 2020. Eravamo pronti a partire ma poi l’abbassamento repentino delle temperature ci aveva fatto desistere.

    Ed eccoci qui, che nel luglio di 3 anni dopo possiamo finalmente caricare la macchina e digitare “Gran Sasso” sul navigatore. Si, Gran Sasso. Primo grande errore perché la navigazione ci porta alla base degli impianti di Campo Imperatore. Un campanello d’allarme mi suona subito in testa, mi sembra di aver visto che il traforo non si dovesse attraversare. Ma ormai è già tardi, siamo già di la, nel versante sbagliato e ad un’altra ora di macchina da Prati di Tivo, la nostra “vera” meta.



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  • Missione Monte Bianco

    Marco è un ragazzo toscano che vive in provincia di Firenze. È un anno più giovane di me e mi ha contattato dopo aver visto qualche nostro video su YouTube. Ormai sono 4 anni che andiamo in montagna insieme e dal primo momento che ci siamo conosciuti Marco non mi ha mai nascosto che il suo sogno nel cassetto era di salire il Monte Bianco dalla normale italiana. 

    Ogni anno abbiamo fatto un paio di avventure insieme. Qualche uscita più tecnica su roccia ed altre più nevose su ghiacciaio. Dal Castore alla Parrotspitze, dalla Cresta del Soldato alla via normale alla Cima Grande di Lavaredo, oltre al Caré alto ed alla Piramide Vincent. 

    Per arrivare al nostro obbiettivo finale non abbiamo avuto fretta. Ho cercato di andare per gradi. Marco in questi ultimi 4 anni ha avuto modo di conoscere la montagna ma soprattutto se stesso. Ogni uscita abbiamo aggiunto un tassello per far sì che fosse pronto per salire in cima al suo sogno nelle migliori delle condizioni, sia fisiche che mentali.



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  • TRAVERSATA DELLE 5 DITA | SASSOLUNGO

    Quando Marco mi ha proposto la traversata delle 5 dita ho pensato “Top. Per iniziare la stagione delle vie lunghe una bella giornata plaisir, relativamente vicina a casa. Grado più che divertente, poco avvicinamento, infrasettimanale e lontani dal casino del weekend”. 

    Ma come dovrei ormai aver già imparato da anni, mai sottovalutare le cose. La frase di Marco forse farei bene a tatuamela da qualche parte: “la montagna non ti regala niente”.

    Eh già, perché in seguito a due messaggi a due guide amiche, ed a un rapido sguardo alle previsioni meteo capiremo ben presto (per fortuna prima di uscire di casa, ancora in tempo per metterci sotto una bella termica), che il caldo lo patiremo un altro giorno e che potremmo trovare della neve sul nostro percorso, giusto per rendere la traversata un pelo più frizzante 😉



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  • Turchia | Ecriyes Dağı 3917m | Chapter 3/3

    La vetrata della nostra camera dell’albergo si affaccia sulla trafficatissima Kayseri e in teoria anche sulla meta non raggiunta di oggi, Il monte Erciyes. Finora il vulcano non si è fatto vedere a causa del maltempo. Resta un po’ di amaro in bocca per non essere riusciti a chiudere in bellezza questo viaggio.
    Sono le 7 di sera e domani mattina alle 6,30 abbiamo il volo di rientro per l’Italia. Nonostante l’indomani non ci sia nessuna gita in programma, se non il recarci in aeroporto, continuo a guardare le previsioni meteo e nel frattempo l’Erciyes si fa spazio tra le nuvole.



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  • Turchia | Cappadocia e Parmakkaya valley | Chapter 2/3

    Dopo i primi due giorni, tra 1600m di dislivello medio odierno, sveglie alpinistiche, ed un vento che non prometteva bene, abbiamo deciso di prenderci una pausa ed andare a visitare la Cappadocia, precisamente Goreme e Uchisar. Se i nomi non suonano una campanella nella vostra mente sicuramente lo faranno le famose immagini che si vedono all’alba di un paesaggio lunare con un sacco di mongolfiere in cielo. Ahimè noi le mongolfiere (anche questa volta) non le abbiamo viste, ma comunque siamo riusciti a goderci una passeggiata tra i Camini delle Fate, un pranzo a base di cibo tipico turco anziché le barrette, ed una vista tanto bella quanto ventosa dal culmine del castello di Uchisar, punto strategico che domina l’intera vallata. Si può scorgere perfino l’Erciyes.



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  • Turchia | Mt. Kortekli e Mt. Emler | Chapter 1/3

    L’anno scorso ad aprile siamo andati in Turchia. Siamo rimasti talmente affascinati da queste imponenti montagne e da tutto ciò che le circonda che non abbiamo potuto fare a meno di tornarci, questa volta però in compagnia di Luca, Michi, Sepl, Luca, Cesare e Simo. La Turchia è bellissima per lo scialpinismo, ma ciò che la rende unica è anche tutto il suo contorno extra sciistico: le brulle colline color ocra, i Pidé, il Gozlme e gli Yaprak Sarma, i bungalow di Recep, la Cappadocia e l’Ercyes, il tutto condito con il suo peperoncino rosso poco piccante che viene messo ovunque. 

    Partiamo l’1 aprile, quasi due settimane prima dell’anno scorso. L’anno scorso gli ultimi giorni era piuttosto caldo, dunque decidiamo di anticipare, nella speranza di trovare temperature più invernali. I ragazzi sono tutti carichi e motivati, e soprattutto curiosi di vedere cosa ha da offrire questa Turchia perché la domanda più ricorrente per i “profani” è: “ma si può davvero sciare in Turchia”?!



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  • Norway | Skittentinden | Chapter 5/5

    Ed è così che è arrivato il momento di lasciare le Lyngen alps, per spostarci a sud di Tromso, a Kvaloya.

    È la seconda volta per Marco e me nelle Lyngen e, se la prima volta era stata bella, questa ha decisamente superato le aspettative. Un insieme di cose, il gruppo, la neve, il panorama, le montagne intonse, il freddo di un inverno che da noi quasi non abbiamo neanche sentito. Insomma, lasciamo Lyngseidet con tanta soddisfazione e tanta voglia di tornarci l’anno prossimo.

    Partiamo con calma, dopo la gita (avventura nel white out) sul Fastdalstinden. Guidiamo per 2h45 sotta una nevicata che non ci ha dato tregua da quando siamo partiti fino all’arrivo. In macchina sono con Gerry e Ali e già fantastichiamo sulla gita di domani. Il meteo da finalmente “sole pieno”, e la nevicata di oggi dovrebbe rendere l’ambiente a dir poco commovente.



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  • Norway | Fastdalstinden | Chapter 4/5

    Dopo 3 gite fuori porta oggi è la volta del Fasdalstinden. Una montagna di 1200 metri sopra Lyngseidet dove i primi 120 metri di dislivello si possono rubare comodamente in macchina, e il team ringrazia.

    Finora i ragazzi sono stati delle vere macchine da guerra. Si, perché oltre a non essere super allenati hanno anche un’attrezzatura che è molto lontana dall’essere light. Tranne Phil sono tutti dotati di uno sci da freeride tra il 100 e il 108 sotto il piede, attacco shift e scarpone da freeride. (Io gli avevo consigliato tutt’altro ;-)) A qualcuno potrebbe prendere un colpo solo all’idea di avere quel materiale in salita.



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  • Norway | Storgalten | Chapter 3/5

    Ogni mattina ci svegliamo verso le 6,30 e la prima cosa che faccio è guardare fuori dalla finestra per vedere che tempo fa. Ieri sera mi sono addormentato guardando YR, che è il sito di riferimento per le previsioni in questa zona. Teoricamente la giornata di oggi sarebbe dovuta essere coperta con possibilità di neve ma guardando il cielo, la giornata sembra essere promettente. È tutto l’inverno che guardo le previsioni meteo sperando che nevichi e qui in Norvegia spero esattamente il contrario. Ahah

    Facciamo un abbondante colazione e lasciamo Lyngseidet verso le 8.15. Oggi ci aspettano circa 1 ora e 20 minuti di strada per arrivare nei pressi di Nordlenangen. Il nostro obbiettivo è lo Storgalten. Un panettone di 1200 metri famoso per il panorama di cui si può godere dalla cima.



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