Author Avventuriamocitutti

  • selvaggio blu in one push

    Dalle parole di Marco.

    Selvaggio blu in giornata.
    Sono venuto in Sardegna per la prima volta nella mia vita due anni fa. In vacanza e per scalare. Del selvaggio Blu sapevo poco o niente. Sapevo che era un trekking e che c’era parecchio da perdersi. Al tempo l’idea di farlo non mi interessava perché volevo arrampicare e basta. Poi un amico ci propone di fare le prime due tappe in giornata (Pedra Longa-Goloritze). Dico subito di si. Penso sia una buona opportunità per vedere una parte del percorso e poi l’idea di fare due tappe fast and light mi gasa.

    La primavera dopo torniamo con amici per completare le ultime tre tappe. Questa volta in tre giorni, godendoci ogni singola tappa. Il giro è troppo figo per non proporlo tra le mie attività di Guida e cosi piano piano lavorando sul percorso, il Selvaggio Blu si fa addomesticare, imparo a leggere i ‘’sentieri’’, mi appassiono, e cosi nella mia testa l’idea di farlo in one push da impossibile diventa possibile.



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  • Val Masino – Spigolo Vinci e Gervasutti

    Cinque giorni liberi ed eccoci che ci ritroviamo a riempire il nostro Caddy con tutta l’attrezzatura ed il cibo necessario. È la settimana che precede ferragosto.

    Partiamo in direzione Val Masino. Per chi non la conoscesse è una vallata che si trova in provincia di Sondrio, alle spalle del famoso Piz Badile e del suo vicino Pizzo Cengalo. Forse vi suonerà il nome Val di Mello. 

    Montagne di granito dalle guglie inquietanti ci circondano non appena arriviamo a Bagni di Masino, dove lasceremo la macchina per la prima avventura.



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  • Via delle Guide – Crozzon di Brenta

    È sabato sera e Matteo, un nostro amico, ci manda una foto dal rifugio Pedrotti, in Brenta. È seduto al tavolo con Elena e Gallo, gestori del rifugio nonché nostri soci d’arrampicata e di avventure. Ci dice che domani andrà a fare la Via delle Guide al Crozzon di Brenta.

    È una via di quasi 1000m di sviluppo, impegnativa non tanto “solo” per il grado quanto perché, nel complesso, per chi l’affronta, si presenta come una giornata decisamente lunga, dove l’attenzione va tenuta alta per parecchie ore. La via è tutta da cercare e spesso, da sosta a sosta, in 40/50 m di tiro, non si trova neanche un chiodo, o forse al massimo uno o due, ad indicarci che, per ora, siamo sulla “retta via”. 

    L’idea ci mette una pulce nell’orecchio, o meglio, la rimette a Marco.



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  • Selvaggio Blu maggio 2022

    Tornati a casa dopo tre settimane di Sardegna e due giri sul Selvaggio Blu. Questo viaggio ci affascina, ci cattura con le sue caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere. Un trekking sul mare ma con tratti alpinistici. Un sentiero non sentiero che ogni tanto non vuole farsi trovare. Bivacchi sotto le stelle ed un’infinita distesa di blu.



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  • scialpinismo in Turchia

    “Ci torneresti in Turchia?”

    “Assolutamente si”.

    Finisce così la nostra ultima giornata di sci in terra turca, sul monte Erciyes, 3916m, la montagna più alta dell’Anatolia centrale.

    La Turchia non era programmata a dire la verità, e fino a due settimane prima della partenza non era neanche in previsione. Marco aveva sentito Recep (si legge rejep), il proprietario e gestore dell’Aladaglar Camping Bungalow e a metà marzo non sembrava esserci molta neve, cosa che avrebbe reso difficile sciare in aprile. Se non che, una bella perturbazione ha nuovamente innevato le montagne del parco naturale del Aladaglar ed ecco che ci troviamo a prenotare i biglietti.



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  • Patrouille des Glaciers

    Ormai risale a più di un anno fa da quando Marco è stato contattato da Gary.

    Gary è un signore inglese che durante i mesi invernali scia spesso con Will, un maestro anche lui di madrelingua inglese che vive a Verbier. Will ha ospitato Marco l’anno scorso, quando stava lavorando in Svizzera per la formazione dei futuri maestri di sci per il modulo di freeride e freestyle. Gary ha una figlia laureata in medicina che lavora nei reparti di terapia intensiva. Penso sia del tutto superfluo sottolineare come questi ultimi due anni di Covid siano stati particolarmente duri per chi lavori negli ospedali.

    E da qui l’idea di creare una raccolta fondi, per pagare del sostegno psicologico, per tutto il personale che operi nell’ambiente ospedaliero, e che ne abbia bisogno.



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  • Les 3 Cols

    Ed ecco che con grande piacere, e forse oserei dire anche un po’ di sana emozione, torniamo a scrivere sulle pagine di questo blog.

    Qualche mese di silenzio, ma anche di attesa e pianificazione! Abbiamo atteso la neve, abbiamo lavorato e pensato ai progetti futuri, fino a che il futuro non è diventato presente. 

    Ci ritroviamo a caricare la macchina, con corde, caschetto e imbrago ma questa volta anche con gli sci. Andiamo in Francia, a Chamonix. Marco ha adocchiato un bel giro, una grande classica ma piuttosto lunga, e per questo un po’ meno frequentata. Il percorso si chiama “Les 3 cols”, e ripercorre l’inizio della Haute Route Chamonix-Zermatt.



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  • Selvaggio Blu Second round

    Ed eccoci alla partenza del secondo Selvaggio Blu. Sono passati meno di dieci giorni da quando siamo rientrati e ci troviamo nuovamente a rifare le casse ed a spuntare tutta una lunga lista di preparativi e materiale.

    Questa volta le persone che Marco accompagnerà sono sei. Nonostante sia la terza volta su questo magnifico trekking sperduto nel Supramonte io sono felicissima di ripercorrerlo e di scattare qualche foto in uno scorcio diverso, o semplicemente a volti con emozioni nuove.



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  • Cinque tappe di Selvaggio Blu

    Passi dei mesi a pianificare tutto nei minimi dettagli ma poi si sa, all’ultimo è sempre e solo il meteo a decidere. Non possiamo dire di essere in montagna, ma il Selvaggio Blu ha la capacità di farti sentire piacevolmente isolato, a momenti pure un po’ disperso, accompagnato solo dal rumore dei tuoi passi su questi “sentieri” di calcare tagliente.

    L’anno scorso a ottobre e quest’anno a maggio siamo venuti a vederci le tappe di questo affascinante trekking, consapevoli del fatto che senza tracce gpx, nonostante un buon orientamento, sia difficile trovare la retta via. Bolli di vernice blu sbiadita, qualche raro segnale nell’incavo dei rami tutto da interpretare e qualche ometto sparso qua e la sono le uniche tracce che ti fanno capire di essere (in teoria) nella direzione giusta.



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  • Cassin al Piz Badile

    L’avventura più lunga ed intensa fatta insieme.

    La Cassin al Piz Badile si presenta come un vione di una ventina di tiri per circa 800 metri, sulla sua facciata Nord-Est. Si trova al confine tra Italia e Svizzera. Una delle sei famose North Faces delle Alpi, la penultima ad essere stata scalata da Cassin e soci, nel luglio del 1937.

    Nonostante la facciata nord e la forma imponente ed apparentemente liscia i gradi sembrano, almeno sulla carta, abbordabili, ed ecco che nello stesso instante in cui Marco mi parla del Piz Badile, nasce dentro di me la voglia e la curiosità di salirci.



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