Turchia | Cappadocia e Parmakkaya valley | Chapter 2/3

Dopo i primi due giorni, tra 1600m di dislivello medio odierno, sveglie alpinistiche, ed un vento che non prometteva bene, abbiamo deciso di prenderci una pausa ed andare a visitare la Cappadocia, precisamente Goreme e Uchisar. Se i nomi non suonano una campanella nella vostra mente sicuramente lo faranno le famose immagini che si vedono all’alba di un paesaggio lunare con un sacco di mongolfiere in cielo. Ahimè noi le mongolfiere (anche questa volta) non le abbiamo viste, ma comunque siamo riusciti a goderci una passeggiata tra i Camini delle Fate, un pranzo a base di cibo tipico turco anziché le barrette, ed una vista tanto bella quanto ventosa dal culmine del castello di Uchisar, punto strategico che domina l’intera vallata. Si può scorgere perfino l’Erciyes.

Tornando verso l’Aladaglar ciò che ci si staglia davanti è stupendo: la catena montuosa illuminata dalla luce del tramonto. Il vento ha ripulito l’aria, il cielo è terso ed i colori vividi. Fermiamo entrambe le macchine per scattare qualche foto.

Siamo al quarto giorno e come meta della nostra gita abbiamo il monte Alaça, o forse la Yoncalitas, a seconda del power quotidiano, passando nella Parmakkaya Valley. Partiamo prima dell’alba, anche oggi il dislivello è importante e nel pomeriggio il meteo mette neve. 

Il bello di questa valle è un imponente monolite, dalla forma di un enorme dito, in turco Parmak, da cui appunto prendo il nome la valle.

Un mix tra un Campanil Basso ed una guglia di Goloritzè. Quando siamo nelle sue prossimità il cielo è cupo, ed il monolite è l’unica cosa illuminata dalla luce dell’alba.

L’anno scorso questa sera stata la nostra prima gita. Ce la ricordavamo più breve 😉 Troviamo un fondo ghiacciato e la speranza è di scendere al momento giusto per beccarci quel firn compatto ed omogeneo che tanto ci era piaciuto.

Grazie al rest day le gambe girano ed in 4 ore siamo a quota 3200m, all’Avciveli pass, dove dobbiamo saltar fuori dalla famosa e caratteristica cornice. Ramponi ai piedi e sci nello zaino e seguiamo le tracce di Marco, che ha provveduto a scalettarci l’uscita e a semplificarci la vita 😉

Sbucati al di la del passo ci rendiamo conto di cosa deve essere successo con il vento di ieri. Uno stormo di cicogne deve essere stato colto dai venti gelidi che soffiavano fino a 90km/h durante la migrazione e tante di loro sono finite gelate a terra.

Increduli, e felici di non essere stati li ieri, decidiamo di proseguire verso quella che era la metà più “vicina” (se vicino si può usare per i dislivelli turchi 😉 ), ossia la Yoncalitas. Questo monte Alaça non sembra lasciarsi conquistare e le nuvole che arrivano da dietro di lui non ci lasciano troppa speranza.

Proseguiamo fino ad punto dove dovremmo scendere per poi ripellare e la decisione sembra facile. Scendiamo da qui! Il timing si rivela perfetto per gustarsi una discesa in firn. Il ghiaccio si è sciolto e la sciata è facile e divertente. L’obbiettivo della discesa è fare la foto più bella con dietro il monolite.

Giusto il tempo di arrivare a toglierci gli sci ed inizia a nevicare. Potremmo quasi sembrare svizzeri 😉

One comment
  1. Super💪

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