TRAVERSATA DELLE 5 DITA | SASSOLUNGO

Quando Marco mi ha proposto la traversata delle 5 dita ho pensato “Top. Per iniziare la stagione delle vie lunghe una bella giornata plaisir, relativamente vicina a casa. Grado più che divertente, poco avvicinamento, infrasettimanale e lontani dal casino del weekend”. 

Ma come dovrei ormai aver già imparato da anni, mai sottovalutare le cose. La frase di Marco forse farei bene a tatuamela da qualche parte: “la montagna non ti regala niente”.

Eh già, perché in seguito a due messaggi a due guide amiche, ed a un rapido sguardo alle previsioni meteo capiremo ben presto (per fortuna prima di uscire di casa, ancora in tempo per metterci sotto una bella termica), che il caldo lo patiremo un altro giorno e che potremmo trovare della neve sul nostro percorso, giusto per rendere la traversata un pelo più frizzante 😉

Il posto

Per chi non fosse mai stato tra la Val Gardena ed il Passo Sella mettetevi un bel segnaposto sulla mappa. Anche se non ci doveste andare muniti di corda e scarpette lo spettacolo a cielo aperto merita decisamente un passaggio. Una finestra sulle Dolomiti. Sassolungo, Sass Pordoi, in lontananza si scorge il Civetta, le Pale di San martino, la Marmolada.. una vista unica che oserei dire che solo le Dolomiti riescono ad offrire.

Attacchiamo la via con relativa calma e sfruttiamo anche la vecchia ovovia, al suo primo giorno di apertura stagionale, per raggiungere il rifugio e, poco sopra questo, l’attacco. 

La via

Siamo da subito con i piedi nella neve. Del resto ci avevano avvisato 😉 la verità è che un po’ ci piace, soprattutto piace a Marco, l’idea di mettere del pepe su questa tranquilla giornata.

Io indosso subito e con piacere le mie manopole sentendomi legittimata vedendo Marco fare lo stesso 😉

Passato il primo tratto nevoso il pollice si presenta con roccia bellissima, ben appigliata e con un’esposizione che per l’inizio stazione si fa piacevolmente sentire! Scaliamo lo spigolo di 7/8 tiri che ci porterà in cima alla prima punta. Alle nostre spalle la val gardena. Il sole illumina la neve rimasta e la fa risaltare contrastando con la dolomia grigia. Il panorama è stupendo e, non avendo pressione da cordate alle nostre spalle, ce lo godiamo tutto. La via è plaisir ma essendo uno spigolo, c’è del vuoto sia a destra che a sinistra, oltre a dei brevi pezzettini di cresta! Avessimo fatto questa traversata due anni fa sicuramente non l’avrei apprezzata come oggi. 

La temperatura 

A nord tira un vento piuttosto fastidioso che ci fa gioire delle soste e dei tiri al sole. È risaputo che questa zona sia abbastanza fredda, ma di certo non ci aspettavamo di dover scalare con il guscio tutto il giorno al 15 di giugno.

Non appena cambiamo versante e giriamo sull’indice, nel versante est, la storia cambia! Non si sente più il soffiare del vento e la temperatura diventa piacevole. Raggiungiamo l’intaglio tra l’indice ed il medio. Abbiamo già fatto tre calate ed una decina di tiri. Mi sono volati, nonostante la mezza bollita alle mani! L’ambiente è magnifico ed io sono entusiasta di riniziare una nuova stagione arrampicatoria con il mio Marco.

La cima e la discesa

Arriviamo il cima al medio che sono le 14 passate. Mangiamo una barretta, facciamo un selfie e qualche foto, firmiamo il libro di vetta. Facciamo volare il drone e ci godiamo il panorama. Il sorriso ce lo abbiamo stampato in faccia. Ci sentiamo “arrivati”, nonostante la nostra traversata non sia finita. Ci mancano l’anulare ed il mignolo. Questa seconda parte è meno battuta ed è anche quella dove potremmo trovare della neve nel versante ovest. Qui la via presenta dei secondi e terzi gradi da disarrampicare oltre ad una serie di brevi calate. 

Due ore e siamo giù

Il fil rouge da dopo la cima del medio è stato “dai che è fatta”. O, per dirlo in piemontese con le parole di Marco, “l’è fait”. Ovviamente è qui che entra il gioco la neve! Alla fine la discesa si è rivelata leggermente più lunga e il nostro arrivo al parcheggio, previsto per le 16, se non prima, è stato appena appena sovrastimato. La cosa che ci fa ridere è che avevamo detto a Enry di venire con noi, che in 4/5 ore eravamo fuori dalla via, precisamente alle 16 al parcheggio! Fortuna che non ci ha dato retta, avendo lui un appuntamento a Verona in serata e temendo di arrivare tardi!

Alle 19 passate siamo ancora dentro al canale di discesa, colmo di neve. Alla fine dei ghiaioni sorridiamo per la giornata che sta per concludersi. Non ci aspettavamo di certo un avventura così lunga ma neanche così bella. Una roccia super in un ambiente da cartolina.

Il freddo e la neve?! Si, hanno aggiunto del bel disagio ma come sempre le cose troppo facili non si apprezzano fino in fondo, o almeno questo vale per noi.

Raggiungiamo la macchina e la prima cosa che facciamo, dopo esserci tolti gli scarponi, è cercare una pizzeria per festeggiare la prima via di stagione!!

0 comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *