Nautilus, una via di granito in Valle dell’Orco

Prima via dell’anno insieme.

Vogliamo mica iniziare facili facili su calcare, vicini a casa, dove siamo anche solo visivamente nella nostra comfort zone?! Eh no.

La verità è che ora più che mai l’idea di andare finalmente un po’ in giro mi intriga tantissimo quindi alla proposta di Marco di andare a fare Nautilus, una grande classica su gradi abbordabili in valle dell’Orco, non posso che esserne entusiasta.

Unico punto di domanda (almeno per me): le fessure. 

Fessure fessure e fessure. Sembrano tanto facili gli incastri di mano, piede, e dita, nel vederli fare dai big. Mano in fessura e tac, tiene a bomba. Piede incastrato e via, sta come su un balcone. Ecco, invece quando ho provato io per la prima volta avrei voluto qualsiasi cosa che non fossero le mie mani da inserire in quelle fessure, poiché sembravano non tenere, e non i miei piedi, perché facevano un male cane. Le dita non le ho proprio neanche contemplate.

Incastri a parte, la Valle dell’Orco è super affascinante. Arrivati a Cereseole Reale ci si staglia davanti il Colle Perduto, famosa scialpinistica, che sembra essere ancora in buone condizioni. Neve sulle cime, verde intenso e saturo nei boschi sottostanti. La grossa diga sta svolgendo il suo dovere ed il lago dove si trova la falesia di Atlantide, accessibile solo nei mesi invernali, prima che venga completamente sommersa dall’acqua, si sta riempiendo di giorni in giorno.

Decidiamo di passare qualche ora in falesia, giusto per prendere un po’ di confidenza con il granito, e con queste fessure a me aliene. Attaccheremo la via il giorno seguente.

Andiamo a salutare Andre, amico di Marco e suo socio ai corsi guida. Andre gestisce da 6 anni il rifugio “le Fonti Minerali”, un punto di riferimento per i climbers della valle. Ottima pizza, ambiente friendly e giovanile. Andre è un’entusiasta e ci racconta dei suoi progetti in valle dell’Orco. Originario del lago di Lecco, ormai questa è la sua casa. 

Nautilus è una via di 8 tiri su granito e si trova sulla parete del Sergent.

Prepariamo il materiale: una serie di friend fino al 3, qualche rinvio, e tanta voglia di incastrare 😜

Partiamo con calma, questa volta l’avvicinamento sarà solo di 20 minuti.

Il primo tiro inizia con una bella lama verticale che mi fa subito sudare e drizzare le antenne!

Qui il “ciapa e tira” che mi piace tanto non c’è proprio 😜

La via si rivela molto bella, 4 tiri nella parte inferiore e 4 nella parte superiore, spezzati da una grande cengia erbosa. Al terzo tiro decidiamo di percorrere il famoso camino, seguendo la via originale, invece che fare la variante esterna. Non appena vedo Marco salire in opposizione piedi-schiena so già che io vedrò qualche bel drago, ma in qualche modo ne esco!

La sesta lunghezza è magnifica, una lunga fessura verticale da seguire per vari metri. Un passetto un po’ più duro, che impegna anche Marco, prima di spostarsi verso un’altra bellissima fessura più a sinistra, che finisce sopra ad un piccolo strapiombo. Mi sono sempre fatta dei problemi a tirare i friend. Oggi invece in queste fessure ho testato la tenuta del verde e di quanto Marco lo avesse piazzato bene. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare 😉

Osservando dal basso questi tiri sembrano facili, ma scalandoli mi rendo conto di quanto, nonostante le difficoltà siano contente, questa roccia e questo stile mi richieda un po’ più di concentrazione. 

Arriviamo in cima al Sergent con un bel sorriso, felici della prima via insieme, e altrettanto per essere venuti qui. 

Nautilus ci ha regalato una bella prima avventura di stagione!

ps: trovate Andre su Instagram @guidevalleorco e sul sito www.fontiminerali.com

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