Selvaggio Blu Second round

Ed eccoci alla partenza del secondo Selvaggio Blu. Sono passati meno di dieci giorni da quando siamo rientrati e ci troviamo nuovamente a rifare le casse ed a spuntare tutta una lunga lista di preparativi e materiale.

Questa volta le persone che Marco accompagnerà sono sei. Nonostante sia la terza volta su questo magnifico trekking sperduto nel Supramonte io sono felicissima di ripercorrerlo e di scattare qualche foto in uno scorcio diverso, o semplicemente a volti con emozioni nuove.

Ci sono due ragazze trentine, tre piemontesi, ed una ragazza romagnola. Con grande piacere una volta arrivati a Santa Maria Navarrese il giorno prima della nostra partenza per il Selvaggio scopriamo che qualcuno di loro, pur non conoscendosi, ha già trascorso qualche giorno insieme. Il gruppo sembra già affiatato e soprattutto gasato!

Le nostre tappe saranno diverse dal giro precedente, contando sul fatto che questa volta il mare sia dalla nostra parte e che il vento ci dia tregua.

Partiamo sotto un bellissimo sole ottobrino che ci accompagnerà per tre giorni di fila. Nel gruppo c’è chi è abituato a correre centinaia di km negli ultra trail e chi invece, di km non ne macina troppi. Ciò che ha accomunato tutti con grande semplicità è stato l’entusiasmo e la curiosità di vivere questa nuova avventura. La novità del dormire sotto le stelle senza tenda, il camminare sui campi slavati, preparare insieme la cena e lavarsi nel mare, scattare foto dalle scogliere a picco sul mare turchese e parlare delle nostre vite che si sono incrociate, per ora, solo in questo bellissimo groviglio di lecci e ginepri.

Marco era indeciso sulla terza tappa. Se affrontare la ferrata dopo Goloritzè, o se passare per il canyon interno. La ferrata non è difficile tecnicamente, il tratto delicato è l’avvicinamento a questa, su terreno sdrucciolevole dove serve un piede sicuro.

Alla fine la decisione è stata a favore della ferrata. Lui ha messo in sicura con delle corde fisse i tratti più delicati e così nel giro di qualche ora ci siamo trovati tutti nel grottone sotto l’attacco. Bello vedere l’entusiasmo nei loro occhi, lo stesso che voglio imprimere nelle mie foto. 

La tappa ci porta a Mariolu. Questa spiaggia ce la godiamo tutta poiché ahimè, la successiva notte saremo costretti a dormire nell’entroterra a causa di un forte vento (e temporale) che renderebbe impossibile il rifornimento via mare. 

Ormai dopo qualche giorno il gruppo è ben affiatato e rodato. Montiamo (e smontiamo) il campo base velocemente, e tutti aiutano nei preparativi della cena e dell’immancabile aperitivo! 

L’ultima notte ci troviamo a montare le tende, il meteo butta male ma siamo ben attrezzati.

Sotto le lucine delle nostre frontali e protetti da un telo l’atmosfera è calda e allegra.

Poco dopo di noi sono arrivati 4 ragazzi, che scopriamo essere altoatesini. Si siedono sotto al telo con noi, condivamo birre e racconti di spedizioni. Quanto è bella la semplicità.

Ci addormentiamo con il rumore della pioggia sulle nostre tende. Al mattino giusto il tempo di smontare il campo che ci troviamo in mezzo ad una bufera.

Difficile continuare dovendo già partire sotto un acquazzone importante, e dovendo affrontare anche delle calate. Il nostro selvaggio blu finisce una tappa prima. Ma anche questa è stata un’avventura condivisa! In 8 a tenere il telo che svolazzava sotto le potenti raffiche. Chi lo teneva con la tazza del caffè in mano, chi con una fetta biscottata in bocca.

Ed un’altra volta, non posso chiamare “entusiasmo” l’emozione che ci ha accomunato sotto la pioggia, ma possiamo dire che il anche qui, umidi e sotto un telo di plastica, il fil rouge di questo  Selvaggio Blu è stato lo spirito di adattamento ed un mood sempre positivo!

Dopo una doccia calda, varie Inchusa per rimanere in tema Sardegna e qualche piatto di Culurgiones, accettiamo l’unica lamentela che c’è stata: questa avventura è volata e dunque è durata troppo poco!!

Carichi per le prossime avventure vi aspettiamo a maggio con le nuove date!

Mandateci un mail ad avventuriamocitutti@gmail.com

One comment
  1. La ferrata di Goloritzè permette quindi di evitare il canale di Boladina?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *